Sukkiri
Eliminare e far spazio
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Eliminare e far spazio
Il linguaggio costituisce un mezzo di relazione con gli altri, la base dei pensieri e dell'identità. È inoltre uno strumento di cambiamento.
Come fare ad affrontare un lutto in adolescenza? Come si ci può relazionare con una persona che non è più un bimbo ma neanche un adulto?
Una relazione medico paziente empatica non solo rende meno gravosa la malattia, ma rappresenta una vera forma ausiliaria di cura.
Entrare in pieno contatto con la morte permette di realizzare senza paura i propri desideri, di vivere la vita guardando i problemi da un'altra prospettiva.
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L’effetto framing ha molte applicazioni nella vita quotidiana, soprattutto quando si tratta di manipolare l’opinione e le decisioni della massa.
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Quante volte abbiamo detto o sentito queste parole?
Tali frasi si usano spesso per descrivere in senso metaforico la chiusura di una relazione, una decisione definitiva o, semplicemente, fare una scelta che esclude altre possibilità.
Sukkiri vuol dire eliminare ciò che è inutile – che non serve più, che non è più funzionale o che per noi in quel momento non apporta più alcun beneficio – e far spazio ad altro.
Potrebbe essere paragonato al decluttering, anche se è un concetto più ampio e profondo.
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Alle volte può essere difficile liberarsi di ciò che è superfluo o che ci appesantisce.
Si innescano tante sensazioni ed emozioni: senso di colpa, paura del cambiamento, abitudine, dolore, malinconia, solitudine.
Tuttavia se si riesce con coraggio a tagliare, se ne raccoglieranno i risultati.
D’altronde le piante hanno bisogno di essere potate per prepararsi alla nuova stagione, il serpente fa la muta e cambia la pelle vecchia, ogni essere vivente affronta delle trasformazioni che prevedono il lasciar andare qualcosa.
Con l’età cambiano le esigenze, lo stile di vita, le relazioni, gli obiettivi…
È un processo di crescita naturale che bisognerebbe assecondare.
È come un viaggio a tappe, bisogna partire leggeri perché altrimenti il carico diventa pesante e insostenibile.
Ed è così che un rapporto d’amicizia, tanto solido in adolescenza, possa affievolirsi fino a spegnersi, in età adulta. Oppure un legame d’amore, tanto forte e intenso, possa essere una zavorra fatta di vincoli, frustrazione e negatività.
La presa di consapevolezza a volte è dura da accettare, altre è ormai evidente.
Ad ogni modo fare sukkiri può essere un passo difficile.
Ma sebbene sia doloroso tagliare via dalla propria vita qualcosa o qualcuno, piano piano il dolore lascia lo spazio alla leggerezza, alla voglia di vivere, alla serenità, al benessere.
Come nel decluttering si pulisce e si fa ordine per fare spazio al nuovo, applicare il sukkiri significa creare nuovo spazio mentale, relazionale e personale.
Si eliminano la rabbia, il dispiacere, le incomprensioni, le parole non dette, i rimpianti e le notti insonni.
Si può fare esercizio a partire dalle piccole cose. In casa, in ufficio, in cantina.
Eliminiamo cose che non indossiamo più o che rappresentano solo un ricordo (basta un fumetto, non tutta la collezione, un vestito non tutti..), liberiamo gli scaffali, regaliamo, doniamo, ricicliamo.
Prendiamo una decisione in stand by da tempo, diciamo con coraggio ciò che vogliamo ai nostri cari, facciamo un viaggio che rimandiamo da tempo, facciamo una cena romantica senza figli, spegniamo il cellulare e godiamoci il posto e apriamoci al cambiamento.