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Quando le relazioni diventano zattera o zavorra


Valentina Ambrosio
Quando le relazioni diventano zattera o...

Un uomo è di fronte ad un fiume e per raggiungere l’altra riva costruisce una zattera con alcuni tronchi d’albero.
Arrivato all’altra sponda che farà con la zattera? La metterà al sicuro per poterla usare nuovamente, se la caricherà sulle spalle, la trasformerà in legna?

Il finale del racconto è aperto a varie interpretazioni.

L’uomo, secondo il Buddha, abbandonerà la zattera perché ha cessato la sua funzione, e diventerebbe una zavorra.

Ma alcune persone salgono sulla zattera e non remano. Pensano a renderla più confortevole, la abbelliscono e la fanno diventare una casa e la legano alla riva.

Dimenticano i motivi del loro viaggio e perdono di vista la meta.

Altre persone la studiano, la guardano, la ammirano, ma da lontano. Non si azzardano nemmeno a salirci perché la considerano troppo pericolosa. Così rimangono a riva e si impegnano nella costruzione di una zattera più grande e solida.

Ma passano il tempo tra pensieri, considerazioni e non partono mai.

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Zavorra, che non ci fa andare avanti

Spesso sprechiamo tempo ed energie ad aggrapparci a ciò che conosciamo bene, la paura ci blocca e ci impedisce di andare avanti.

Ci perdiamo in giustificazioni, scuse, procrastiniamo una decisione radicale, rimaniamo ancorati al passato, sostando in una comfort zone che non è più così comoda e funzionale.

Il cambiamento, il nuovo, ciò che non si conosce, spaventa e paralizza.

Ma fermati a pensare quanto queste zattere o meglio, zavorre mentali e materiali ti impediscono di cogliere nuove fantastiche opportunità.

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Zattere, per il cambiamento

La parabola buddista usa la metafora della zattera per insegnare a praticare il non attaccamento alle cose e a lasciar andare, cose e persone.

La riva rappresenta il presente, il nostro essere nel qui ed ora, l’altra sponda le nostre aspirazioni, obiettivi e desideri.

La zattera simboleggia ciò che ha permesso di raggiungere i nostri scopi, ma da cui dovremmo separarci lungo il cammino a causa dei cambiamenti della nostra vita a cui dovremmo adattarci.

Possono essere relazioni divenute ormai aride, credenze ormai obsolete, pensieri su di noi o sugli altri non più validi, stili di vita disadattivi, abitudini, ecc.

Tutto ciò che ci ha permesso in passato di arrivare ad una meta, ma che nel futuro impedisce la nostra piena realizzazione personale.

L’insoddisfazione e la frustrazione sono figlie dell’attaccamento morboso a cose e persone e la difficile accettazione del normale processo di trasformazione dei legami e dei ruoli.

Mollare le cime, lasciare andare

Bisogna capire che i sistemi relazionali, lavorativi, amicali e amorosi, mutano continuamente e non sempre l’equilibrio che si ricrea è armonioso.

In alcune occasioni le storie si possono capovolgere e una persona che ci ha aiutato in un momento di difficoltà può essere un’ancora che ci impedisce di camminare da soli.

Così se non si impara a lasciar andare la zattera si tramuta in zavorra: diventa pesante, inutile, ingombrante e ci ostacola nel percorso evolutivo verso il cambiamento e la scoperta.

Tu sei l’unico responsabile del tuo destino, tu guidi la tua zattera e puoi decidere quando lasciarla andare.

Quando avrai messo a fuoco i tuoi sogni, avrai capito cosa ti smuove nel profondo, quali sono i valori e le persone che contano per te, sarai pronto a mollare le cime e la zavorra che porti dietro.

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