DSA: dal sospetto alla diagnosi


Giovanna Cultrera
DSA: dal sospetto alla diagnosi

L’acronimo DSA – Disturbo specifico dell’Apprendimento indica una categoria diagnostica che fa riferimento ai disturbi del neurosviluppo riguardanti le abilità scolastiche.

Nello specifico i disturbi sono:

  • Dislessia – difficoltà di lettura),
  • Disortografia – difficoltà nel capire come scrivere,
  • Disgrafia – disturbo della scrittura che riguarda la realizzazione grafica,
  • Discalculia – disturbo relativo al calcolo.

C’è da dire che i DSA riguardano soltanto una parte delle abilità di un individuo mentre lasciano intatto il funzionamento intellettivo. Ciò significa che i bambini o, in generale, gli individui con DSA sono intelligenti e svegli!

Presentano soltanto delle difficoltà di apprendimento quindi non hanno problemi psicologici e soprattutto non sono malati.

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Cosa fare se gli insegnanti o i genitori sospettano un DSA?

Innanzitutto non bisogna allarmarsi poiché non è detto che ciò che notiamo sia un disturbo specifico dell’apprendimento.

Il bambino potrebbe, per esempio, attraversare un periodo di stanchezza o avere una bassa autostima.

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Per accertarcene occorre seguire una procedura diagnostica. È importante ricordare che in Italia le figure professionali che possono fare diagnosi sono i medici – perlopiù lo psichiatria o il neuropsichiatra infantile – e gli psicologi.

La diagnosi è ciò che emerge da una valutazione clinica: viene attestata la presenza di una patologia o di un disturbo. Questa ha valore legale e chi la redige se ne assume la responsabilità sia civile sia penale. 

A scuola va però presentata la certificazione di DSA: un documento, con valore legale, che attesta il diritto dell’interessato ad avvalersi delle misure previste dalla Legge 170/2010.

La certificazione verrà fatta da un’équipe multidisciplinare composta da un neuropsichiatra infantile, uno psicologo, un logopedista e se necessario altre figure professionali.

Affinché questa certificazione possa essere presentata a scuola occorre che venga redatta da personale che sia impiegato presso i Servizi Pubblici – ASP o ASL – o soggetti privati accreditati al SSN – Sistema Sanitario Nazionale.

Il riconoscimento di diagnosi di DSA di professionisti privati o di certificazioni di DSA di équipe private è regolamentato in maniera differente da regione a regione.

Dalla certificazione al PDP

Una volta ottenuta la certificazione di DSA, i genitori dovranno consegnarla al Dirigente Scolastico oppure alla Segreteria della scuola facendola protocollare.

I genitori dovranno inoltre firmare una liberatoria che consenta agli insegnanti del bambino di compilare il PDP, cioè il Piano Didattico Personalizzato

Il PDP è un documento che viene compilato dagli insegnanti del bambino, se questo frequenta la scuola primaria, o dal consiglio di classe, se frequenta la scuola secondaria. In ogni caso è consentita la partecipazione dei genitori quando viene redatto. 

Nel PDP saranno inseriti i dati anagrafici del bambino, la descrizione del disturbo, le attività didattiche individualizzate e personalizzate, gli strumenti compensativi – calcolatrice, libro semplificato, lettore multimediale, correttore ortografico, ecc. – e le misure dispensative – interrogazioni programmate, tempi più lunghi per le verifiche, ecc.

Saranno stabilite dal PDP anche le forme di verifica e le modalità di valutazione.

Nel caso in cui i genitori decidessero di non firmare il PDP, la scuola potrebbe non adottare gli strumenti compensativi e le misure dispensative. Tuttavia gli insegnanti sono tenuti ad accogliere le difficoltà dell’alunno e ad intraprendere un percorso personalizzato che non richiede autorizzazioni da parte dei genitori.

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