La sezione aurea disegna il cranio umano
Esaminando la forma del nostro cranio vediamo il rapporto aureo. La cosiddetta divina proporzione è un numero infinito che troviamo spesso in natura.
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Esaminando la forma del nostro cranio vediamo il rapporto aureo. La cosiddetta divina proporzione è un numero infinito che troviamo spesso in natura.
Tra i vari protocolli di training cognitivo per il trattamento delle demenze, tra le terapie non farmacologiche si sta diffondendo la museoterapia.
Esaminando la forma del nostro cranio è possibile trovare il rapporto aureo. La cosiddetta divina proporzione, descritta da Leonardo da Vinci e Luca Pacioli, è un numero infinito che osserviamo spesso in natura, arte e matematica.
Uno studio dei ricercatori della Johns Hopkins University ha confrontato 100 teschi umani con 70 teschi di altre sei specie animali per verificare se le loro dimensioni seguissero o meno la sezione aurea.
I risultati hanno mostrato che solo nell’uomo è possibile osservare il numero aureo; le proporzioni dei crani di cani, conigli, leoni, tigri e due specie di scimmie differiscono da questo rapporto.
Il Dott. Rafael Tamargo, professore di neurochirurgia e autore dello studio, ha affermato:
Nelle intenzioni degli autori dello studio c’è quindi la volontà di esplorare in futuro una possibile correlazione tra la sezione aurea e funzioni cognitive.
Prima di questo studio il Dott. Tamargo era già noto nell’ambiente scientifico per il suo interesse per la storia e l’anatomia, che nel 2010 lo ha portato a pubblicare una ricerca in cui sosteneva che le immagini di un cervello umano e del midollo spinale fossero presenti nella rappresentazione di Dio negli affreschi della Cappella Sistina di Michelangelo.
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Il rapporto aureo – identificato con la lettera dell’alfabeto greco Phi o Φ – è una quantità che spesso osserviamo in natura, ad esempio nella forma di pigne, conchiglie, galassie ed uragani.
Per secoli, la sezione aurea è stato identificata nell’anatomia umana e negli ultimi decenni anche nella fisiologia umana.
L’anatomia e l’evoluzione del cranio umano sono state al centro di svariati studi; sviluppandosi nel corso dei millenni, il nostro cranio ha raggiunto un’elegante armonizzazione di struttura e funzione.
I ricercatori hanno esaminato le dimensioni dei crani, focalizzandosi sulla linea mediana del perimetro craniale tra il nasion – punto craniometrico situato alla radice del naso, sulla sutura naso-frontale – e l’inion – il punto craniometrico che rappresenta la sommità della protuberanza occipitale esterna dell’osso occipitale – e sulla sua divisione in 2 sotto-archi al livello del bregma – il punto di congiunzione dell’osso frontale coi due parietali sul vertice del cranio.
Confrontando i teschi umani e degli animali è emerso che nell’uomo le misure delle due curvature sono simili e approssimabili al valore della sezione aurea.
Nelle altre 6 specie di mammiferi, questi 2 rapporti non erano solo diversi, ma anche unici per ciascuna specie. La differenza tra i rapporti ha mostrato una tendenza alla convergenza verso il valore di phi al crescere della complessità delle specie.
Ma questa ultima correlazione va verificata scientificamente per comprendere se effettivamente ci sia un legame tra le funzioni cognitive e una misura che da sempre affascina gli scienziati, la divina proporzione.