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La lentezza è spesso vista come una perdita di tempo, come un deficit, è letta in termini negativi.

È giustificata solo quando ci sono cause di forza maggiore: malessere psicofisico, attività complesse, compiti nuovi.

In quei casi lo Yukkuril’arte del fermarsi – è permesso.

Ma giusto il tempo di riprendersi, di imparare, di acquisire padronanza e questo lusso non è più concesso.

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Il tempo scorre, e noi corriamo!

Viviamo in un epoca che corre, sempre, continuamente.

Il navigatore ci suggerisce una strada che ci fa risparmiare 2 minuti, i treni ad alta velocità ci permettono in poche ore di spostarci dal Nord al Sud del Paese, siamo disposti a spendere di più per un riso che cuoce in pochi minuti, grazie a wi-fi potenti possiamo scaricare una serie TV in pochi attimi.

Perché? Perché abbiamo fame di tempo, siamo sommersi da ritmi di vita frenetici.

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E se ogni tanto ce ne dimentichiamo l’orologio, le sveglie, i clacson e chiunque ci sta attorno ci ricordano che siamo in ritardo o che il tempo sta scorrendo così come gli impegni della giornata.

Siamo talmente abituati a farci trasportare da questa tendenza che cambiare direzione è difficile.

È quasi una violenza all’inizio, ci sembra uno spreco, una rinuncia. Il corpo e la mente devono resettarsi su altri ritmi.

Donarsi del tempo

Dedicare tempo allo yukkuri, all’arte del fermarsi, vuol dire dedicare tempo a sé stessi e a osservare.

È il più grande regalo che ci si possa fare.

Inoltre, contrariamente a ciò che si può credere, la velocità non è amica del cervello.

Per compiere delle scelte, agire e svolgere in contemporanea e in poco tempo le attività quotidiane, il cervello finisce per saltare qualche passaggio, e ci può capitare di fare degli errori.

Vicecersa, prendersi tempo per riflettere, condividere idee, leggere, far fluire il pensiero può aiutarci a ricercare soluzioni creative.

Respira, riposa, assapora, asseconda il tuo passo, osserva, ricaricati.

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