Death Education: imparare a comprendere la morte
La morte è un evento ineluttabile, è essenziale educare i bambini e i ragazzi ad affrontarla adeguatamente attraverso la death education.
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Un vecchio detto dice: c’è solo una certezza nella vita, che dobbiamo morire. Questo modo di dire è in linea con i principi della Death Education.
Cos’è la death education?
È una modalità di insegnamento, nata negli anni ’70 in Inghilterra, che affronta il tema della morte, spesso negato, occultato o ignorato.
In passato i bambini, parte integrante della comunità, erano coinvolti nella vita e nella morte.
Partecipavano a rituali funebri, assistevano e osservavano i loro familiari, erano immersi nelle dinamiche legate alla morte di un nonno, un vicino o un conoscente.
Il lutto era condiviso e espresso, perciò affrontato e conosciuto.
Adesso la morte è spesso un argomento tabù, sopratutto coi bambini: non se ne parla o se ne parla poco e male, pensando che tenerli lontano eviti traumi o turbamenti.
Invece è controproducente non dare la possibilità ai più piccoli di capire cosa sta accadendo, e di creare una nuova forma di relazione con la persona morta.
Se si lascia spazio al non detto e al non compreso, si possono sviluppare angosce e paure molto forti.
Pertanto è essenziale prendere familiarità col lutto. In questa direzione si pone la death education.
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L’obiettivo è favorire la comprensione della morte, attraverso la discussione, la riflessione, la spiegazione e l’accettazione.
La death education opera su più livelli – cognitivo, emotivo, psicologico, relazionale – e attraverso varie tecniche e metodologie, incoraggia la condivisione delle esperienze inerenti la morte in famiglia, a scuola e in altri contesti.
Lo scopo principale è dialogare della morte, per dare voce alle paure e alle emozioni ad essa connesse.
La death education agisce a tre livelli di prevenzione:
Insegnare agli adulti ad affrontare la morte significa preparare i bambini e i ragazzi a comprendere anche il significato della vita – inteso come un bene prezioso da coltivare – e dare un senso a ciò che accade nella propria esistenza, a gestire e conoscere la paura come parte del nostro quotidiano.