Il falso mito dell’emisfero cerebrale logico e di quello creativo


Rocco Iannalfo
Il falso mito dell’emisfero cerebrale...

Una delle false credenze più diffuse sul funzionamento del nostro cervello riguarda i due emisferi che lo compongono: l’idea di un emisfero sinistro con maggiori abilità logiche e di un emisfero destro con doti prettamente creative viene spesso considerata come un assioma delle neuroscienze.

Ma la realtà dei fatti è differente, e tale teoria può essere considerata a pieno merito un falso mito, come anche la storiella per cui utilizziamo solo una piccola percentuale del nostro cervello.

Ti può interessare anche: L’autismo e la rivoluzione artistica nell’era glaciale

10 REGALI PER LO PSICOLOGO FREUD ADDICTED

Le origini del (falso) mito

La teoria, inesatta da un punto di vista scientifico, è nata da negli anni sessanta come conseguenza di studi pionieristici sul cervello e sulle sue caratteristiche funzionali.

Non disponendo all’epoca della strumentazione odierna, che riesce ad esaminare quello che avviene nella nostra testa con l’ausilio delle moderne tecniche di neuroimmagine, molte delle osservazioni venivano osservate, teorizzate e confermate o sconfermate solo quando ciò era effettivamente possibile.

Ad esempio Broca riuscì a determinare la sede anatomica dell’afasia che porta il suo nome solo grazie all’autopsia del suo famoso paziente Tan: anni di osservazione delle conseguenze di una lesione e per poi avere una conferma postuma della sede del danno.

In particolare, la leggenda degli emisferi uguali anatomicamente e diversi da un punto di vista funzionale è nata dallo studio di un limitato numero di soggetti a cui era stata recisa la connessione tra le due parti del cervello per limitare gli effetti delle loro crisi epilettiche.

In questi soggetti si osservò la capacità di dei due emisferi cerebrali di elaborare stimoli ed informazioni l’uno senza il supporto dell’altro e con caratteristiche leggermente differenti.

Due emisferi, una mente

È abbastanza risaputo che l’emisfero sinistro sia dominante rispetto al destro per le abilità di linguaggio nella maggior parte degli individui; mentre il destro è maggiormente implicato nei processi emozionali e nel riconoscere gli stati mentali altrui.

Ma sebbene esistano delle differenze tra i due emisferi, non si può non considerare il ruolo del corpo calloso: un sistema di fibre nervose appartenenti per la maggior parte alla sostanza bianca telencefalica, che svolge la funzione di connettere le aree perlopiù omologhe situate nelle due aree cerebrali.

Le fibre nervose che uniscono i due emisferi rendono possibile l’integrazione dell’attività delle due metà del cervello, che lavorano in sinergia tra loro e con le altre strutture subcorticali: considerare la loro attività separata e attribuire loro ruoli differenti fornirebbe una rappresentazione falsata delle nostre abilità mentali.

Neuroplasticità e funzioni cerebrali

Un altro motivo per cui non si può attribuire un’abilità specifica a uno dei due emisferi è la neuroplasticità: il cervello riesce in alcuni casi a riorganizzare la propria organizzazione neurale e a recuperare le funzioni compromesse da eventuali traumi.

Ad esempio in pazienti con danni alle aree del linguaggio si è osservata una riorganizzazione funzionale attraverso l’utilizzo delle aree cerebrali limitrofe e delle aree omologhe dell’altro emisfero al posto di quelle danneggiate.

Quindi nel caso di danneggiamento della base neurale di una ipotetica funzione psichica situata in un solo emisfero, non potremmo escludere che tale funzione si riorganizzi in quello opposto.

Connessione e cooperazione

Parafrasando il Simposio di Platone, attribuire determinate caratteristiche a una sola metà della mela, sarebbe riduttivo.

I due emisferi cerebrali sono come due anime gemelle, che insieme ritrovano l’unità e danno origine alla nostra identità personale.

Essi lavorano in sinergia tra loro e con le altre strutture presenti nella scatola cranica, raccolgono gli stimoli di tutto il corpo provenienti dal sistema nervoso periferico e insieme al cervelletto e alle altre strutture subcorticali regolano tutte le nostre funzioni.

Un altro aspetto da considerare è poi quello concettuale: in casi di soggetti con emisferi scollegati tra loro, dopo aver compiuto delle operazioni guidate dalla parte destra, si è poi verificato come poi la parte sinistra fosse in grado di ricostruire una versione creativa, confabulata, di ciò che aveva osservato e di cui non comprendeva la motivazione. Come potrebbe l’emisfero sinistro inventare una sua versione senza l’aiuto del creativo emisfero destro?

Pensare di utilizzare un solo emisfero sarebbe quindi come pensare di andare in palestra e allenare un solo muscolo.

Esistono quindi aree cerebrali maggiormente specializzate in alcuni compiti, ma la complessità delle nostre azioni è data dall’interazione tra tutte le strutture.

Letture consigliate

Articoli Correlati

Neuroscienze

La sezione aurea disegna il cranio umano

Esaminando la forma del nostro cranio vediamo il rapporto aureo. La cosiddetta divina proporzione è un numero infinito che troviamo spesso in natura.

Postato da Rocco Iannalfo
Neuroscienze

Il circuito neurale che aiuta a smettere di fumare

Smettere di fumare potrebbe diventare più semplice con l'aiuto del circuito neurale inhibitory control network.

Postato da Rocco Iannalfo