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Smettere di procrastinare con la terapia dell'azione
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Smettere di procrastinare con la terapia dell'azione
La ricerca sull'apprendimento ha trascurato a lungo il ruolo delle emozioni nel processo di acquisizione delle informazioni. Qual è il loro contributo?
Quanto siamo abili nel dire che dovremmo smettere di procrastinare ma alla fine non lo facciamo mai?
Quante volte abbiamo rimandato – più e più volte – impegni personali, piccole commissioni e incombenze domestiche?
E poi magari la motivazione non arriva, aumenta l’imbarazzo, diminuisce la disponibilità. Ciò può generare un circolo vizioso di frustrazione, rabbia, insoddisfazione, demotivazione e inerzia.
Come interrompere questa spirale di emozioni e pensieri negativi? Molti psicologi consiglierebbero di prendere consapevolezza delle proprie emozioni, di comprendere le cause, di leggere il messaggio profondo nascosto dietro ai propri agiti o, per dirla meglio, dietro questa fastidiosa tendenza a procrastinare.
Ciò deriva da una tradizione culturale e valoriale – tipica occidentale – dedita a cancellare o quantomeno ridimensionare la tristezza, l’apatia, la mancanza di desiderio e lo scarso entusiasmo per e nella vita.
Viviamo in una società che ci vuole sempre operativi, sorridenti e attivi.
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La terapia Morita, che prende il nome dal suo fondatore, propone invece l’esatto opposto.
Partendo dal presupposto che è controproducente imporsi di stare bene e voler fare le cose, la terapia afferma che è essenziale accettare il proprio stato d’animo presente.
È impossibile pretendere di essere motivati o volenterosi quando non si ha la forza fisica e mentale per svolgere un’attività. Per cui perché semplicemente non accettarlo e passare ugualmente all’azione?
I sentimenti sono una risposta a ciò che ci accade quotidianamente, bisogna smettere di procrastinare, rimuginare e agire al massimo delle nostre potenzialità nel qui ed ora.
Le idee proposte e applicate da Morita si basano sui principi zen dell’accettazione, sull’impossibilità di cambiare il corso degli eventi e sulla loro incontrollabilità, e sulla spinta all’azione.
Tradotto in una parola: arugamama: in senso letterale prendere atto delle cose così come sono.
Ovvero accetta i tuoi pensieri ed emozioni e mantieni il focus sui tuoi obiettivi.
Anziché disperdere energie nel procrastinare rimboccati le maniche e fai quella telefonata, vai in palestra, concludi quell’articolo, sistema la scrivania.
Scomponi la parte emozionale dalla parte pratica. L’azione acquista maggior valore dell’emozione, perché una modificherà l’altra in un effetto cascata.
Certo, pare facile a dirsi, difficile a farsi. Lo ammetto, l’ho pensato anche io! E allora come evitare ulteriori fallimenti?
Partendo da piccoli, microscopici, ma fondamentali passi in avanti. Costanti, lenti, ma quotidiani.
Un minuto al giorno, un gradino, una pagina di un libro, una sigaretta in meno.
Agendo, la motivazione arriverà e sarà il motore ad andare avanti.
Tuttavia agire non significa tenere la mente occupata e non pensare, ma evitare di impantanarci nel cattivo umore e nello stress che ci paralizzano e ci confondono le idee.
Attenzione, quindi, a non confondere la procrastinazione con l’operatività (mi attivo per non pensare a ciò che dovrei realmente fare ma mi pesa e mi illudo di non aver il tempo).
Se vi ha appassionato l’argomento e la procrastinazione è una vostra acerrima nemica, vi consiglio di leggere L’arte di passare all’azione di Gregg Krech.