Nanakorobi yaoki
Cadere e rialzarsi
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Nella cultura giapponese sono tanti i proverbi che inneggiano alla resilienza, il più famoso è sicuramente Nanakorobi yaoki. Il suo significato è cadi sette volte, ti rialzi otto.
Come l’Okiagari, una piccola bambola che rappresenta un monaco sempre in piedi la cui forma fa si che anche se spinta, lei ritorni in posizione verticale.
Oki significa alzarsi e Agari sorgere e l’augurio, proprio come il proverbio Nanakorobi yaoki, è di affrontare con coraggio e perseveranza le avversità che la vita ci presenterà.
Non contano le volte che hai fallito o fallirai, conta la capacità di rialzarsi e riprovare. Ritentare.
Mirare dritto all’obiettivo, migliorare il tiro, e ritentare. Crederci, mantenere un pensiero positivo, anche nei momenti di smarrimento interiore.
Ma come si fa a mettere in pratica queste parole virtuose?
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Come fare ad essere ottimisti e determinati quando stiamo attraversando un periodo difficile, di forte stress, di numerosi cambiamenti personali e/o familiari? Come fare a non farsi sopraffare dall’angoscia, dalla paura, dal dolore e dalla rassegnazione?
Nanakorobi yaoki non consiglia di girare le spalle alla sofferenza, anzi, di accoglierla e, successivamente però, di trovare la forza per andare avanti.
La solitudine, la stanchezza, la perdita di interesse, la tristezza, sono sentimenti normali che tutti vivono in varie fasi e eventi della loro vita.
Se saremo in grado di entrare in contatto pieno con questa parte di noi, di ascoltarla, di rispettare i nostri tempi, potremo poi trovare la forza – in un secondo momento – di rialzarci.
Anche la sofferenza può insegnarci qualcosa e non necessariamente può rappresentare una condizione avversativa.
Concedetevi, quindi, di esser addolorati, senza vergogna, e di essere giù di morale. Piangere può essere liberatorio e aiuta a scaricare, anche a livello ormonale, le tensioni e le preoccupazioni.
Insomma, imparate a far spazio alle lacrime e al dolore. Sembrerà anacronistica come prescrizione, ma è molto veritiera.
Nella società attuale, del mordi e fuggi, dell’edonismo e del consumismo, la disperazione, il malessere stonano, come un quadro nero in una stanza colorata.
E invece, bisogna imparare a conviverci, a trovare un senso e un modo anche a questi sentimenti.
Come? Meditate!
Meditare può permettere di guardare al proprio dolore senza formulare un giudizio, e godersi il momento presente. È stato dimostrato che ha un grosso impatto positivo sul benessere psicofisico.
Non significa abbandonarsi alla sofferenza, anzi, partire proprio dai momenti di maggiore sconforto e insuccesso, guardarli da vicino e trovare la spinta a riprendere in mano la propria vita.
Per rialzarsi, l’ennesima volta.
Guardatevi attorno, osservate ciò che avete, dove siete arrivati, l’amore che avete donato e le cose belle che avete ricevuto. Concentratevi su ciò che avete seminato e ricevuto, non sulle mancanze.
Questi piccoli consigli e accorgimenti derivanti dalla filosofia orientale – che richiama anche al danshari – possono favorire una presa di consapevolezza e una visione del dolore creativa.
Nanakorobi yaoki vuol dire assumere una posizione nuova rispetto alle difficoltà, trovando un modo del tutto personale e variabile di dare un senso e una forma al dolore. Un gesto, un atteggiamento, una parola, una modalità diversa di trasformare la paura, l’angoscia e la tristezza in un’esperienza trasformativa per la propria vita.