10 libri di psicologia da leggere sotto l’ombrellone
L'estate è arrivata e in questo articolo trovi 10 consigli di lettura da gustare in queste lunghe e calde giornate. Buone vacanze!
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L’estate è arrivata e il miglior rifugio per rifuggire sia lo stress accumulato durante l’anno, sia l’afa del periodo estivo sono le pagine di un libro.
In questo articolo voglio darvi 10 consigli di lettura da gustare in queste lunghe e calde giornate.
Risvegli – Awakenings nella versione originale – è un saggio del neurologo Oliver Sacks, famoso anche per le sue altre opere L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello e Musicofilia.
In questo libro l’autore racconta le storie personali di alcune delle vittime dell’epidemia di encefalite letargica che si verificò negli States negli anni Venti del secolo scorso.
Sacks lavorava al Beth Abraham Hospital di New York e tentò di aiutare, negli anni Sessanta, alcuni di questi pazienti ancora in vita, lì ricoverati. Utilizzò come trattamento sperimentale il farmaco L-Dopa e nel libro sono descritte le reazioni di questi individui.
Dall’opera di Sacks è stato realizzato anche un film di successo con Robin Williams, e Robert De Niro.
Sul lettino di Freud – Lying on the Couch il titolo originale – è un romanzo dello psicoterapeuta americano Irvin Yalom.
Narra la storia di tre psicoterapeuti – Seymour Trotter, Ernest Lash e Marshal Streider – membri della stessa associazione psicoanalitica, che si trovano a dover esprimere un giudizio l’uno sull’operato dell’altro.
Trotter, un patriarca della comunità psichiatrica, va incontro alla rovina dopo aver preso in analisi Belle Felini, una giovane donna con una lunga storia di autodistruzione alle spalle: viene accusato di comportamento sessuale inappropriato nei confronti della paziente e viene sottoposto ad azione disciplinare.
Lash è l’incaricato del procedimento; è un assistente universitario presso la facoltà di psichiatria ed ignora quasi tutto della psicoterapia. Streider ha invece il compito di supervisionare Lash che è in training.
In questo volume Yalom narra con gran classe gioie e dolori della psicoterapia e ciò ha contribuito a farne un best seller. Altre opere da leggere dell’autore sono Psicoterapia esistenziale e Diventare se stessi.
Massimo Recalcati, noto psicoanalista italiano, ci propone ne Il mistero delle cose la sua riflessione sull’arte alla luce della psicoanalisi.
È possibile raffigurare l’irraffigurabile, dare un’immagine all’inesprimibile, offrire un volto all’assoluto?
È questo secondo l’autore il compito della grande arte e il filo rosso che unisce i nove artisti italiani – Giorgio Morandi, Alberto Burri, Emilio Vedova, William Congdon, Giorgio Celiberti, Jannis Kounellis, Claudio Parmiggiani, Alessandro Papetti e Giovanni Frangi – di cui Recalcati traccia dei mirabili ritratti.
Altri libri che consiglio dell’autore sono Mantieni il bacio. Lezioni brevi sull’amore e Cosa resta del padre? La paternità nell’epoca ipermoderna.
Daniel Goleman, psicologo e scrittore statunitense, in questo saggio prova a spiegarci cosa vuol dire essere intelligenti e, soprattutto, se esserlo può aiutarci a essere felici.
Partendo dalla riflessione sul perché le persone ritenute molto intelligenti spesso siano poi infelici nella vita, l’autore ragiona sulla dicotomia tutta occidentale che contrappone ragione ed emozioni.
Il libro ci aiuta a comprendere le abilità del cuore: le passioni, quando ben esercitate, hanno una loro saggezza e guidano il nostro pensiero, i nostri valori, la nostra stessa sopravvivenza.
L’Intelligenza emotiva di Goleman è la capacità di riconoscere i nostri sentimenti e quelli degli altri, di motivare noi stessi e di gestire positivamente le nostre emozioni.
Sulla stessa lunghezza d’onda sono anche altri suoi lavori, tra i quali Intelligenza sociale e Lavorare con intelligenza emotiva.
Lo avrete sicuramente già letto, ma val pur sempre la pena di riprendere in mano i volumi dello zio Sigmund!
Con L’interpretazione dei sogni Freud ha avviato una delle grandi rivoluzioni del Novecento divulgando la sua teoria dei processi inconsci.
Spiegare cosa si nasconde nei contenuti del sogno equivale, per l’autore, a penetrare nei meandri della nostra psiche: si possono scoprire desideri e pulsioni rimossi, si può riportare alla luce un materiale affettivo e mentale preziosissimo, che la coscienza tende ad occultare perché inaccettabile.
Nelle lunghe serate estive poi si possono ripassare anche Psicopatologia della vita quotidiana e l’Introduzione alla psicoanalisi.
Restiamo sui classici. Oltre a L’Arte di amare, La forza dell’amore e altri titoli diventati best seller, Fromm è famoso per il suo Avere o essere.
Scritto anni fa ma ora più attuale di ieri, il libro contiene la visione dell’autore per cui la prevalenza della modalità esistenziale dell’avere ha determinato la situazione dell’uomo contemporaneo, ridotto a ingranaggio della macchina burocratica, manipolato nei gusti, nelle opinioni, nei sentimenti dai governi, dall’industria, dai mass media, costretto a vivere in un ambiente degradato.
Contro questo modello dominante, Fromm propone invece di incentrare la nostra esistenza sulla modalità dell’essere, in quanto attività autenticamente produttiva e creativa, capace di offrire all’individuo e alla società la possibilità di realizzare un nuovo e più autentico umanesimo.
Con il suo Il narcisismo. L’identità rinnegata Alexander Lowen, lo psicoanalista che ha proseguito il cammino aperto da Wilhelm Reich, offre un contributo originale e illuminante alla comprensione di quello che sta diventando, a giudizio di molti, il male più diffuso e allarmante dell’uomo contemporaneo: il narcisismo.
Attraverso una serie di storie di casi, con esempi comprensibili per tutti, l’autore mette a fuoco la figura del narcisista e mostra come le terapie bioenergetiche si applichino con efficacia ai disturbi narcisistici.
Vittima e al tempo stesso carnefice, il narcisista è, nell’analisi di Lowen, innanzitutto caratterizzato da un’ostinata negazione dei sentimenti che lo condanna a desolanti rapporti manipolatori e inautentici.
Di particolare interesse è l’attenta ricognizione de Il linguaggio del corpo che nel narcisista anticipa e trascende l’espressione verbale. Da leggere, inoltre, anche il suo Bioenergetica.
Se ripassiamo le opere di Freud, perché non fare lo stesso con gli scritti di Carl Gustav Jung?
Quello che era l’erede designato per proseguire il lavoro di Freud ha poi deviato la sua corsa per prendere una strada tutta sua: in contrasto con le teorie del maestro, cominciò ad esplorare altri fenomeni tra cui anche l’alchimia.
Verso la fine degli anni venti Jung scoprì singolari affinità tra antichi simboli cinesi e i sogni dei suoi pazienti: cominciò così a studiare i testi degli alchimisti.
Psicologia e alchimia è il frutto di 15 anni di studio e lavoro, e rimane fra le sue opere più affascinanti.
La tradizione alchimistica e la pratica analitica hanno in comune il tentativo di creare una realtà nuova e superiore: da una parte l’oro, la pietra filosofale, dall’altra la presa di coscienza della psicologia moderna.
L’alchimia è espressione di una pulsione a trasformare la materia prima dell’esperienza in conoscenza: vuole portare alla luce il lato divino che dorme nell’oscurità degli istinti.
Dopo aver letto questo libro, si può proseguire con Il segreto del fiore d’oro. Un libro di vita cinese e magari riprendere Gli archetipi dell’inconscio collettivo.
Dell’anima è stato detto di tutto: che è mortale o immortale, che può salvarsi o dannarsi, conoscere la verità o cadere nell’errore, che eleva e nobilita tutto ciò che nell’uomo è poco nobile, cosicché anche il desiderio non è solo dei corpi.
Due secoli fa si pensò che potesse ammalarsi, proprio come il corpo, e richiedere medici dell’anima: nacquero la psichiatria, la psicoanalisi, la psicologia, che tolsero all’anima la sua aureola e contribuirono a disperderne la verità nei vari saperi.
Ma per Umberto Galimberti è necessario andare al di là del linguaggio della razionalità e delle scienze psicologiche. Bisogna recuperare l’irrazionale che abita la profondità dell’anima e ci fa accedere alla radice da cui si dipartono sia la ragione sia la follia, giungere al fondamento non storico della storia.
Oggi non conosciamo più l’anima universale che gli antichi descrivevano ai limiti dei due mondi, dello spirito e della materia: ci sono solo anime individuali rese asfittiche dall’incapacità di correlare la loro sofferenza quotidiana con il dolore del mondo.
Ogni indagine sull’anima implica quindi per Galimberti un esplicito riconoscimento della sua dipendenza da ambiti culturali più vasti, un dialogo ininterrotto con tutte le forme di cultura e gli scenari storico-culturali che possono dare modelli interpretativi, e il recupero della visione degli antichi che avevano dato un’anima sia all’uomo sia al mondo, e nell’armonia delle due anime vedevano la bellezza.
Oltre a Paesaggi dell’anima, altre letture consigliate di Galimberti sono Psiche e techne. L’uomo nell’età della tecnica e Il tramonto dell’Occidente nella lettura di Heidegger e Jaspers.
Siamo stati abituati a ritenere che all’uomo, in quanto essere dotato di razionalità, sia sufficiente tenere a freno l’istinto e l’emotività per essere in grado di valutare in modo obiettivo le situazioni che deve affrontare e di scegliere, tra varie alternative, quella per sé più vantaggiosa. Ma anche no!
Gli studi sul processo decisionale condotti ormai da molti anni dal premio Nobel Daniel Kahneman hanno mostrato quanto illusoria sia questa convinzione e come, in realtà, siamo sempre esposti a condizionamenti – magari da parte del nostro stesso modo di pensare – che possono insidiare la capacità di giudicare e di agire lucidamente.
Con Pensieri lenti e veloci Kahneman ci guida in un’esplorazione della mente umana e ci spiega come essa sia caratterizzata da due processi di pensiero ben distinti: uno veloce e intuitivo, e uno più lento ma anche più logico e riflessivo.
Se il primo presiede all’attività cognitiva automatica e involontaria, il secondo entra in azione quando dobbiamo svolgere compiti che richiedono concentrazione e autocontrollo.
Efficiente e produttiva, questa organizzazione del pensiero ci consente di sviluppare raffinate competenze e abilità e di eseguire con relativa facilità operazioni complesse. Ma può anche essere fonte di errori sistematici – i bias – quando l’intuizione si lascia suggestionare dagli stereotipi e la riflessione è troppo pigra per correggerla.