Vengo anch’io?!?
L'orgasmo, quando c'è e quando non arriva
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Se chiedessimo a dieci persone cos’è per loro l’orgasmo, otterremmo molto probabilmente dieci risposte diverse.
Questo perché l’orgasmo è innanzitutto un’esperienza soggettiva, che coinvolge i sensi, le emozioni e il corpo.
Qualcuno risponderà che equivale all’esplosione di una bomba, altri che è una perdita di inibizioni e freni, altri ancora che è come lasciarsi cullare da un mare in tempesta.
Quel che è certo, è che tutte le persone che l’hanno vissuto almeno una volta nella vita hanno chiaro, nel corpo e nella mente, di cosa stanno parlando.
Quello che spesso però è meno chiaro è cosa succede al nostro corpo in quei momenti.
A livello scientifico l’orgasmo è descritto come un “picco di sensazione di intenso piacere transitorio e variabile in grado di creare un alterato stato di coscienza, abitualmente accompagnato da contrazioni ritmiche, solitamente con l’induzione di uno stato di benessere e soddisfazione”.
Nella donna le contrazioni vanno da 3 a 12 e si susseguono circa ogni 0,8 secondi, il tutto per 3-15 secondi; nell’uomo l’orgasmo è caratterizzato da una serie di 3-7 getti eiaculatori ogni 0,8 secondi, ed è il momento in cui viene sperimentato il piacere più intenso.
Quando gli stimoli che arrivano ai centri cerebrali hanno un’intensità tale da superare un valore soglia, si attiva il cosiddetto riflesso orgasmico.
Questa soglia è soggettiva e predefinita geneticamente, tuttavia il nostro cervello può influenzarla attimo dopo attimo, rendendo il suo superamento più o meno semplice.
Inoltre, questa soglia può modificarsi per cause biologiche o psicologiche: lo stress, le problematiche relazionali o il cambiamento ormonale in menopausa possono influire notevolmente sul suo raggiungimento.
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È sempre importante tenere bene a mente che l’orgasmo, come le altre esperienze legate alla sessualità, non è un puro riflesso fisiologico, ma è fortemente influenzato dall’esperienza mentale. Questa è indissolubilmente legata al contesto in cui avviene l’esperienza sessuale, alla relazione presente al momento e alla fase di vita.
Nell’uomo, l’orgasmo è composto da due fasi: emissione ed eiaculazione.
Poco prima dell’eiaculazione, si raccolgono tre liquidi diversi – prostatico, spermatico e della vescicola seminale – in una zona anteriore alla vescica.
L’espulsione di questo composto dall’uretra arriva solitamente poco dopo l’emissione: i muscoli alla radice del pene premono per farlo uscire, contraendosi tra le tre e le sette volte con brevissimi intervalli.
Ogni uomo può imparare ad ascoltarsi e cogliere i segnali del proprio corpo, in modo da identificare il personale punto di inevitabilità orgasmica, per così acquisire un maggiore controllo sul proprio riflesso orgasmico.
Nella donna, l’orgasmo può avvenire in seguito ad un rapporto coitale, caratterizzato quindi dalla penetrazione, o alla stimolazione del clitoride: a livello fisiologico è sempre uguale, ed è caratterizzato dalla contrazione dei muscoli del pavimento pelvico che circondano il canale vaginale.
Culturalmente è sempre stato maggiore risalto all’orgasmo coitale, e negli anni passati la donna che non era in grado di raggiungerlo veniva considerata come problematica o disfunzionale.
In tempi recenti fortunatamente si è arrivati alla consapevolezza che coitale e clitorideo sono due varianti della stessa esperienza orgasmica.
Vi sono alcuni casi in cui raggiungere l’orgasmo appare un ostacolo insormontabile.
Questa difficoltà, detta anorgasmia, può essere dovuta a condizioni mediche e/o psicologiche, oppure ad un’inadeguata stimolazione.
L’orgasmo, a livello fisiologico, è una momentanea e repentina perdita di controllo, e questo potrebbe causare in alcune persone un timore che non permette loro di lasciar andare la propria mente e il proprio corpo in presenza dell’altro.
Può difatti accadere che la persona riesca a raggiungere l’orgasmo attraverso l’autostimolazione, ma non quando questa avviene per mano del partner.
Anche in questo caso nulla è perduto, ma può essere utile soffermarsi a pensare alle dinamiche presenti nella relazione e ai vissuti sperimentati quando si è in intimità con l’altro.
E non bisogna mai, mai dimenticare che l’intimità nasce dalla condivisione e da una buona comunicazione, dentro e fuori dalle lenzuola.