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I griefbot: vantaggi e svantaggi


Valentina Ambrosio
I griefbot: vantaggi e svantaggi

Nell’era digitale in cui è facile conservare, scansionare, digitalizzare e affidare a memorie esterne documenti, file, foto, password e informazioni, risulta difficile dimenticare.

Se ciò da una parte ha reso la vita più facile, dall’altra ha delle importanti ripercussioni quando si parla di resurrezione digitale.

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Lasciare andare il defunto o farne una copia digitale?

Quando una persona muore i parenti e gli amici elaborano il lutto, lasciando andare fisicamente l’altra persona. Gradualmente anche molti ricordi ad essa collegati si perdono.

La morte è sempre stata considerata la fine dell’esistenza, una linea temporale che definiva un prima e dopo, per chi moriva e chi restava in vita.

Tutte le culture praticano dei riti di passaggio per accompagnare e salutare il defunto; questi sono considerati funzionali ad una sana elaborazione del lutto.

Ma cosa accade se un robot virtuale che mima una persona defunta non permette questo naturale processo di distacco?

Cosa succede se la memoria digitale si sostituisce a quella umana?

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I vantaggi dei griefbot

Alcuni professionisti del settore – psicologi, filosofi, antropologi e scienziati – hanno una visione positiva, ritengono che i vantaggi dei griefbot siano superiori agli eventuali svantaggi.

Affermano che questi possano avere una funzione consolatoria nella fase iniziale del lutto, sebbene la persona sia consapevole che si sta interfacciando con una personalità virtuale e non reale.

Il filosofo Evan Selinger espone un parallelismo tra il griefbot e la tecnica della sedia vuota. Egli paragona il robot del lutto ad una versione digitale di questa tecnica.

La sedia vuota prevede un dialogo tra il paziente e un altro interlocutore immaginario – vivo o defunto – seduto per l’appunto sulla sedia.

Il paziente può esporre un pensiero, una domanda, un’accusa e, successivamente rispondere assumendo la prospettiva dell’altra persona. Un griefbot può quindi permettere una riflessione e un confronto col defunto.

E gli svantaggi

Tuttavia, l’introduzione dei griefbot ha suscitato dibattiti in merito ai loro svantaggi. I risvolti psicologici ed emotivi, nonché etici, sono complessi da esaminare.

Il griefbot, immagazzinando tutte le informazioni di una persona, può rievocare anche episodi traumatici – magari superati con difficoltà – o una discussione avuta telefonicamente.

Possono emergere segreti, pensieri e azioni che la persona defunta aveva nascosto o omesso al partner o ai figli.

Ciò potrebbe cambiare radicalmente l’immagine della persona defunta, che non ha modo di controbattere o spiegare.

Alla stregua di questo ragionamento, si può decidere di selezionare e salvare solo alcune informazioni e pensieri modificando, in piccola o larga misura, la vera personalità dell’individuo.

Inoltre l’uso eccessivo del griefbot e/o di app simili che si stanno sperimentando, può aggravare lo stato di isolamento e solitudine che si vive quando si affronta un lutto.

Il confine tra realtà fisica e virtuale potrebbe diventare molto labile e pericoloso.

Bisogna ricordare che siamo animali sociali, e non un accumulo di dati.

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