Cos’è la Mindfulness?
Mindfulness significa portare attenzione al momento presente in modo curioso e non giudicante.
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Mindfulness significa portare attenzione al momento presente in modo curioso e non giudicante.
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Sempre più spesso si sente parlare di mindfulness in ambito psicologico, cerchiamo di comprendere che cos’è.
Mindfulness significa portare attenzione al momento presente in modo curioso e non giudicante. È quindi un processo che coltiva la capacità di consapevolezza e accettazione del momento attuale.
Mettere in pratica la mindfulness ci avvicina, un passo alla volta, a quello stato di coscienza oggettiva, di consapevelozza di sé che ci aiuta a vivere concentrati su quello che stiamo vivendo, qui ed ora.
La mindfulness è dunque una pratica di meditazione, centrata sul respiro, che permette di osservare i propri pensieri senza esserne sopraffatti. Quando iniziamo a meditare, la prima cosa di cui ci preoccupiamo è se stiamo praticando bene o male, spesso giudicando noi stessi.
Come Suzuki-roshi ribadisce più volte, non esiste una buona pratica o una cattiva pratica. Puoi praticare, ed è bene. Puoi non praticare, ed è altrettanto bene.
Nella pratica della meditazione dunque non c’è fallimento. Quando meditiamo diciamo al nostro cervello che non può fare niente per ieri o per domani. Neppure oggi. Esiste solo il qui ed ora.
Colui che riesce ad essere mindful riesce a separare la persona dai propri pensieri, per isolarli, riconoscerli e mettere in discussione i modelli mentali attraverso un’attenzione totale al momento presente.
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Idealmente, la meditazione mindfulness dovrebbe essere praticata per mezz’ora al giorno, sebbene si consiglia di iniziare con sessioni più brevi di non più di dieci minuti, per abituare la mente alle nuove sensazioni e gradualmente costruire stati mentali di meditazione.
Se si esagera, all’inizio, è facile sentirsi frustrati nel dedicare molto tempo a qualcosa che ancora non si sa come fare bene, e si finisce per stancarsi e abbandonare questa routine.
Pertanto, imparare a fare mindfulness può richiedere un po’ di pratica fino a quando non si è in grado di meditare su quasi tutte le circostanze.
L’ideale è cercare un luogo privo di rumore, con una temperatura tra 18 e 25 gradi e in cui ci sentiamo a nostro agio. Vanno ovviamente disattivati i telefoni, gli allarmi, i dispositivi elettronici e tutti i tipi di rumori che potrebbero darci fastidio o interferire con la meditazione. Nel caso in cui mettiamo musica in sottofondo, è importante che sia rilassante e con cicli ripetitivi per evitare il monopolizzare la nostra percezione.
Alcune persone preferiscono eseguire la meditazione in ambienti aperti, nel loro giardino o in un parco pubblico. Non è una decisione sbagliata, ma è importante scegliere un luogo che non sia molto affollato e privo di rumore. Indossare abiti comodi sarà sempre utile durante la meditazione, si consiglia di togliersi le scarpe e tutti gli accessori che potrebbero infastidire il corpo.
Dobbiamo concentrare la nostra attenzione sul respiro. Visualizzarlo, ascoltalo, sentirlo: l’aria che entra nel nostro corpo e che ne esce.
Possiamo dare un colore, una forma, una particolare sensazione all’aria del nostro respiro per aiutarci a porre la concentrazione solo su questo movimento ciclico.
Nel momento in cui tutta la nostra attenzione è immersa nella consapevolezza del respiro, possiamo anche aiutarci ad emettere un mantra: una parola o una breve frase che, ripetuta costantemente, induce rilassamento.
Solitamente si usa il suono ohm, ad alta voce o mentalmente. Si può anche immaginare un luogo tranquillo che produrrà benessere, un luogo reale oppure immaginario.
Possiamo inoltre visualizzare una candela e osservare il movimento della fiamma e del fumo o dare forma ai rumori che ci circondano o qualsiasi altra immagine che possa servire da supporto. Pian piano possiamo spostare la nostra attenzione su alcune parti del colpo, focalizzandoci sulla loro posizione, sulla superficie che toccano, sulla temperatura che percepiscono.
Questi esercizi ci porteranno gradualmente a quello successivo e sarà necessaria molta pratica e pazienza per essere in grado di concentrarsi sui diversi stimoli.
Gli elementi costitutivi della mindfulness, dunque consapevolezza e attenzione, evidenziano quale sia la finalità di questa pratica: eliminare la sofferenza inutile, coltivando una comprensione e accettazione profonda di qualunque cosa accada attraverso un lavoro attivo con i propri stati mentali.
Secondo la tradizione originaria, la pratica della mindfulness dovrebbe permettere di passare da uno stato di disequilibrio e sofferenza ad uno di maggiore percezione soggettiva di benessere, grazie ad una conoscenza profonda degli stati e dei processi mentali.
Se praticata costantemente, la meditazione ci consente di raggiungere la pace interiore perché ci aiuta a vedere le cose come stanno e accettarle per quello che sono, concentrando le nostre energie in ciò che possiamo cambiare.
Diversi studi dimostrano che la mindfulness, messa in pratica almeno 30 minuti al giorno, oltre ad avere effetti positivi sulla percezione del dolore, permette di alleviare i sintomi di disturbi come depressione o ansia, inclusi gli attacchi di panico.