Il fascino del rischio
Solo con l’età adulta i due sistemi deputati alla ragione e al sentimento si allineano e comunicano tra loro.
Filtra per Argomento
Solo con l’età adulta i due sistemi deputati alla ragione e al sentimento si allineano e comunicano tra loro.
L'arte del fermarsi
In uno studio condotto da una psicodrammatista si evidenzia come il mettere in scena il lutto aiuti gli adolescenti che hanno subito una perdita importante.
Eliminare e far spazio
Il linguaggio costituisce un mezzo di relazione con gli altri, la base dei pensieri e dell'identità. È inoltre uno strumento di cambiamento.
Come fare ad affrontare un lutto in adolescenza? Come si ci può relazionare con una persona che non è più un bimbo ma neanche un adulto?
Una relazione medico paziente empatica non solo rende meno gravosa la malattia, ma rappresenta una vera forma ausiliaria di cura.
Entrare in pieno contatto con la morte permette di realizzare senza paura i propri desideri, di vivere la vita guardando i problemi da un'altra prospettiva.
L'ansia sociale Made in Japan
L’effetto framing ha molte applicazioni nella vita quotidiana, soprattutto quando si tratta di manipolare l’opinione e le decisioni della massa.
Gli adolescenti – che siano della Generazione X, Y, Z o di epoche passate in cui neanche esistevano le lettere per denominare questa fase del ciclo vitale – nonostante gli anni, condividono un fattore in comune: la ricerca del e il fascino per il rischio.
Molti ragazzi a quell’età non riescono a prevedere le conseguenze delle loro azioni e non pensano al futuro.
Sono spesso descritti come impulsivi, imprevedibili, instabili, lunatici. Si sentono grandi ma si comportano, a volte, ancora come dei bambini capricciosi.
Ti può interessare anche: Mettere in scena il lutto
Sebbene un grosso peso lo riveste il contesto sociale e familiare in cui il ragazzo vive; spesso si ignora che c’è una componente cerebrale.
La corteccia prefrontale – la regione che controlla la memoria di lavoro, l’inibizione e la gestione degli impulsi – è ancora in fase di sviluppo. Il sistema limbico, invece, è già maturo ed è sensibile alla ricompensa ottenuta dal rischio.
Non è possibile ottenere sinapsi perfette di punto in bianco, ci vuole del tempo prima che le connessioni funzionino in modo scorrevole.
Ma cosa spiega a fondo il fascino del rischio?
Sono due i fattori principali che intervengono: il gruppo dei pari e la dopamina. Se uniti creano una combinazione esplosiva!
Quando facciamo una scoperta o proviamo una nuova esperienza di qualsiasi genere, la dopamina aumenta.
La dopamina è un neurotrasmettitore celebrale che agisce in base ad un meccanismo di retroazione. Per cui se una persona ne ha parecchia in circolo e il livello scende, si verrà stimolati a perseguire una determinata attività.
Ecco perché quando saliamo sulle montagne russe vogliamo fare il bis, o guidare sempre più veloce, o assumere droga, bere.
Non è un caso, infatti che la dopamina, insieme alla serotonina è definita ormone della felicità.
E se la neurobiologia non bastasse la psicologia sociale fa il resto.
Il senso di sé si forma nel corso degli anni ed emerge dalle riflessioni su come gli altri ci vedono.
Il looking glass self dell’adolescente si forma sui giudizi, sulle riflessioni e sugli atteggiamenti che gli altri hanno nei suoi confronti.
Ovviamente l’immagine che un familiare o un adulto rimanda al ragazzo è di poca importanza a confronto dell’immagine che rimanda un altro adolescente.
Per cui per apparire degno di valore agli occhi dei pari, l’adolescente può essere spinto ad assumere comportamenti rischiosi. E verrà incentivato a continuare dalla scarica di dopamina!
Bisogna esercitarsi nell’arte del funambolismo: da un lato rispettare e incoraggiare la propensione al rischio intesa come scoperta, curiosità, messa alla prova, perché è essenziale per sperimentarsi.
Dall’altro lato occorre indirizzarli e guidarli perché nonostante portino il 40 di piede e mangino 2 etti di pasta sono ancora immaturi.